L’ALIMENTAZIONE DEL GATTO:

Le informazioni a seguire sono relative a gatti in salute e sono necessariamente di carattere generale, dato che ogni razza ed ogni singolo gatto hanno poi le loro caratteristiche specifiche. Questa premessa è dovuta, poiché non si scambi questa pagina per un trattato dalle pretese scientifiche; vuole invece essere semplicemente un riferimento utile per la comprensione generale dell'argomento alimentazione in modo (speriamo) di dare una mano al miglioramento, attraverso qualche nozione in più, delle condizioni generali della salute e del benessere dei nostri amati gatti.

Per quanto riguarda lo specifico dei Gatti Norvegesi delle Foreste, ove vi fosse qualche discrepanza rispetto alle notizie di carattere generale fornite, lo segnaleremo in colore giallo, in modo che sia adeguatamente evidenziato.

UN MINIMO DI STORIA PER CAPIRE MEGLIO:

Per capire le abitudini alimentari del gatto, è necessario riferirsi alle sue lontanissime origini che influenzano tuttora il suo comportamento nel modo di cibarsi, ma anche nel fare la siesta o nell'uso della cassetta.
Il gatto è un piccolo mammifero la cui origine è dovuta all'evoluzione dai rettili, oltre 200 milioni di anni addietro, ma abbiamo conoscenza della sua presenza in qualità di predatore solo da 70 milioni di anni.
Il gatto domestico trae origine dal Felis lybica, un gatto selvatico africano tutt'oggi esistente, che 4500 anni fa decise di avvicinarsi all'uomo, si pensa, per la maggior facilità nel reperimento delle sue prede preferite: i topi.
Il gatto è quindi un animale del deserto, con la necessità di cacciare le sue prede nottetempo, quando la temperatura è più bassa e gli animali predati svolgono maggiormente le loro attività; al contrario, deve contrastare il caldo e la disidratazione delle ore diurne, imponendosi lunghe ore di riposo.
Un'ulteriore riprova che ci conferma la sua origine desertica, è il meccanismo fisiologico assolto dai reni del gatto, con la loro notevole capacità di concentrare le urine e ridurre al minimo l'eliminazione di acqua e questo è uno dei motivi che spiega il basso assetamento del gatto.
Abbiamo detto che il gatto domestico è un animale predatore, carnivoro in senso stretto, perciò la sua alimentazione è basata essenzialmente sulle proteine animali fornite da uccelli, piccola selvaggina, topi, ratti, lucertole e quant'altro ma bisogna dire che con la domesticazione (sic!) è stata introdotta una maggior quantità di fibre.
Dunque in seguito al cambiamento di habitat (ormai per la maggior parte essenzialmente urbano se non addirittura limitato alla sola casa dell'uomo), ed alla diminuita (se non scomparsa) necessità di procacciarsi il cibo, il gatto ha variato la sua alimentazione.
Così oggi possiamo asserire che il gatto è un carnivoro che in natura si nutre di roditori od altre piccole prede, ma non per questo disdegna le fibre vegetali.
All'interno di queste asserzioni generali, si vede che diete ricche di proteine animali e grassi sono ben tollerate dal gatto, mentre digerisce con più difficoltà l’amido (pasta, riso, ecc) a meno che non gli venga somministrato in piccole quantità e ben cotto.
Un'altra particolarità del gatto è che il suo metabolismo gli permette la trasformazione delle proteine in energia e glucosio (zucchero), diversamente da altre specie che per ottenere lo stesso risultato hanno bisogno di introdurre grassi e zuccheri nella loro dieta.

LA BASE DI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE PER IL GATTO CONSISTE DI:

ACQUA
CARBOIDRATI
PROTEINE
GRASSI O LIPIDI
MINERALI
VITAMINE

Sostanze queste che possiamo ritrovare in normali alimenti quali:

1) Carni di qualsiasi specie e di qualunque parte dell'animale, secondo convenienze e  preferenze, sempre cotte
2) Pasta o riso* ben cotti ma non in quantità eccessiva
3) Pane o grissini insaporiti con del brodo di carne o di dado
4) Pesce, tonno** in scatola, uova*** (se gradite e tollerate cuocendo sempre l'albume)
5) Formaggi, latte**** (se tollerato è un ottimo alimento)
6) Lardo fresco, strutto, olio e poco sale
7) Verdure (carote, zucchine ecc)

E' possibile, di tanto in tanto sostituire le proteine della carne con uova, formaggi o latticini. La quantità di acqua contenuta nella razione è molto importante in quanto, come è noto, il gatto è riluttante a bere. Si può aggiungere acqua di cottura di riso, verdura o carne.

* Il gatto Norvegese adulto ha la tendenza a risultare più intollerante al riso rispetto ad altre razze, quindi se notaste vomito, feci molli o diarrea dopo averlo nutrito con il riso, è probabile che il vostro micio abbia sviluppato tale intolleranza e quindi, ovviamente niente riso per lui!

** Sembra ridicolo dirlo di un gatto, ma a volte i Norvegesi delle Foreste risultano allergici al pesce! E' una cosa comprovata, quindi pesce sempre cotto per loro, una o due volte al massimo a settimana.

*** Il tuorlo fresco dell'uovo ogni 2 o 3 settimane, aiuteranno il mantello del vostro Norvegese a rimanere sempre sano, folto e lucido!

**** Il latte non è essenziale nell'alimentazione del Norvegese, anzi, a volte può dare qualche problema all'animale adulto (per il cucciolo fino all'anno non c'è problema), in effetti sarebbe meglio sostituirlo con yogurt, molto meglio tollerato.

Qualche considerazione riguardante il Norvegese delle Foreste: fintanto che il gatto è cucciolo, si può preferire alimentarlo con l'umido (più ricco di proteine e grassi), mentre una volta diventato adulto sarà più opportuno passare prevalentemente al secco e lasciare all'umido una cadenza di 2 o 3 volte la settimana.
Ricordiamoci anche che l'umido non deve essere lasciato a lungo nel piattino, in quanto si ossida velocemente alterandosi ed inoltre, una quantità eccessiva può provocare nel micio (specie d'estate) una leggera dissenteria.
 

COSA NON DEVE MANGIARE:

1) Sughi
2) Salumi e salse piccanti
3) Dolci
4) Ossa lunghe (coniglio o pollo)

Non vi sono sostanziali differenze nell'alimentazione tra le diverse razze di gatti (per le poche riguardo il Norvegese delle foreste, vedi sopra).
Il gatto va alimentato relativamente dal suo peso ed dal suo stato fisiologico (crescita, gestazione, allattamento, vecchiaia).
Occorrerà invece stabilire delle differenze nella quantità di cibo fornito in funzione delle sue condizioni di vita (in appartamento o libero) ed anche delle condizioni climatiche in cui vive.
Il cucciolo in crescita al momento dello svezzamento ha fabbisogni alimentari molto alti che diminuiscono in seguito, man mano che ci si avvicina al termine della crescita.
A partire dalla seconda settimana di gestazione, la quantità di cibo dovrebbe essere aumentata gradualmente, fino al momento del parto.
Rispetto al normale mantenimento, al termine della gestazione la gatta dovrebbe ricevere il 25-50% in più di cibo.
Il gatto ha un elevata necessità di proteine, non potendo ricavare le necessarie sostanze nutritive soltanto dai vegetali e dai loro derivati; inoltre reagisce a diete prive o carenti di proteine non solo mangiando meno, ma spesso addirittura opponendo un totale rifiuto alla dieta.
Come tutti gli animali, anche i gatti richiedono una dieta bilanciata per crescere bene ed in salute. Le varie sostanze nutritive sono componenti alimentari dalle funzioni specifiche per l'organismo e sono in grado di contribuire alla crescita, all'integrità dei tessuti e alla buona salute.
Alcune delle cosiddette sostanze nutritive essenziali, non possono essere sintetizzate dall'organismo in quantità sufficienti al fabbisogno, per cui devono essere fornite dal cibo.
Per tutti gli animali, la dieta oltre a soddisfare il fabbisogno energetico, deve garantire i livelli nutrizionali per le sei classi principali di nutrienti che sono: l' acqua, i carboidrati, le proteine, i lipidi, i minerali e le vitamine. Per sopravvivere, i gatti hanno bisogno di un apporto alimentare costante, necessario all'organismo per la normale crescita, il mantenimento, il rendimento riproduttivo e l'attività fisica.
Circa il 50-80% della sostanza secca di una dieta per gatti viene utilizzato a scopo energetico.
Mentre nelle piante l'energia viene accumulata principalmente sotto forma di carboidrati, negli animali la riserva energetica è costituita innanzi tutto dal grasso.
L'energia, il primo dei fabbisogni che la dieta ha il compito di soddisfare, è indispensabile per il metabolismo (mantenimento e rinnovamento dei tessuti compresi), l'attività fisica e la termoregolazione.
In presenza di una carenza energetica, i gatti aumentano l'assunzione calorica fino a ripristinare il bilancio energetico ma non sono in grado compensare carenze vitaminiche, di minerali od amminoacidi essenziali ricercando cibi che li contengono.

 

ACQUA - L'acqua è l'elemento più importante per la sopravvivenza: difatti, un animale può sopravvivere dopo aver perduto la quasi totalità del grasso corporeo e più della metà delle proteine, ma se viene sottoposto ad una disidratazione significativa, è destinato a perire. Nel corpo, l'acqua funziona come solvente facilitando le reazioni cellulari e come veicolo delle sostanze nutritive e dei prodotti finali del metabolismo cellulare. E' inoltre indispensabile per la regolazione della temperatura e per i processi legati alla digestione.

 

PROTEINE - Sono alla base dell'alimentazione del gatto. Essendo animali strettamente carnivori, i gatti non mangiano alcun carboidrato.
La proteina fornisce azoto ed i gatti ne richiedono una quantità maggiore rispetto, ad esempio, ai cani. Probabilmente ciò si deve all'incapacità da parte del gatto di regolare gli enzimi che nel fegato assolvono alla decomposizione delle proteine. Se quindi viene fornita al gatto una quantità di proteine insufficiente, il risultato sarà che il corpo del gatto comincerà a consumare le le proteine contenute nei suoi stessi tessuti deperendo rapidamente.
Il gatto necessita delle proteine per tutti gli aspetti della sua crescita e del suo sviluppo: sono importantissime per la formazione della struttura fisica e dello stesso sistema immunitario. Inoltre, possono essere convertite in grassi e, se necessario, riutilizzate.
A ben vedere, però, i gatti non hanno bisogno delle proteine in quanto tali, ma piuttosto delle sottounità che compongono le grosse molecole delle proteine, e cioè gli amminoacidi. Ci sono 22 diversi amminoacidi di cui i gatti hanno bisogno, ma di questi, ne possono sintetizzare soltanto 12. I restanti, che vengono detti "essenziali" devono essere in qualche modo essere assimilati da fonti esterne. Per la cronaca i loro nomi sono: imidazolalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano, valina, taurina e arginina.
Questi ultimi due sono particolarmente importanti per il gatto, sopratutto la taurina, la quale infatti viene spesso aggiunta come additivo nei cibi preparati industrialmente, cosa che invece non succede per i cibi preparati per cani i quali la sintetizzano naturalmente. Ecco dunque spiegato perché i cani adulti possono mangiare tranquillamente i cibi per gatti, ma non viceversa. La carenza di un qualsiasi amminoacido può causare problemi di salute.
La taurina, presente nella carne, è necessaria per la formazione della bile, la salute dell'occhio ed il funzionamento del muscolo cardiaco. I gatti necessitano in media di una quantità di taurina di circa 0,25 g. al giorno.
I cibi che principalmente contengono tale amminoacido sono pesci, carne ed interiora. La carenza di taurina può sfociare in una malattia del cuore chiamata cardiomiopatia dilatativa, che può dare origine a trombi nelle arterie, ed in alcuni casi la carenza può concretizzarsi in un deficit della capacità contrattiva delle cellule del cuore. Anche l'occhio subisce danni significativi in caso di sottodosaggio: la degenerazione retinale può addirittura portare a cecità.
Infine si potranno verificare anche inferitilità e, nel caso di cuccioli uno sviluppo anomale.
L'arginina invece, è necessaria per la produzione di ornitina, un intermediario essenziale al ciclo dell'urea legandosi all’ammoniaca prodotta dalla rottura delle proteine. Per i gatti, l'unico modo per produrre ornitina è trasformarla dall'arginina.
I segni della carenza sono schiuma alla bocca, atassia, artigli esposti fino addirittura alla morte a causa degli alti livelli di ammoniaca. Questi sintomi tendono a manifestarsi qualche ora dopo i pasti, quando cioè viene prodotta la gran parte dell'ammoniaca.

 

CARBOIDRATI - I carboidrati sono i principali componenti energetici dei vegetali, dei quali costituiscono il 60-90% del peso della sostanza secca. I nutrienti che appartengono a questa classe sono costituiti da carbonio, idrogeno e ossigeno e possono essere distinti in monosaccaridi, disaccaridi o polisaccaridi.
I monosaccaridi sono il glucosio, il fruttosio e il galattosio. Il glucosio costituisce il più importante prodotto terminale della digestione dell'amido e dell'idrolisi del glicogeno nell'organismo, è il carboidrato che si trova nel sangue circolante ed è impiegato a fini energetici nelle cellule; inoltre è una fonte energetica indispensabile per la maggior parte dei tessuti ed è essenziale per il buon funzionamento del sistema nervoso centrale.
Il principale disaccaride è il lattosio, l'unico carboidrato di origine animale, che è presente nel latte di tutti i mammiferi.
I polisaccaridi, costituiti da numerose unità di monosaccaridi sono l'amido, il glicogeno, le destrine e le fibre della dieta. L'amido è il principale carboidrato presente nella maggior parte degli alimenti per gatti presenti sul mercato; i cereali come il granoturco, il grano e il riso sono le sue principali fonti di provenienza. Il glicogeno è la forma di deposito dei carboidrati nell'organismo, si trova nel fegato e nei muscoli e contribuisce a mantenere l'equilibrio dei glucidi (carboidrati), mentre il glicogeno presente nel miocardio è un'importante fonte energetica per il cuore in caso d'emergenza.
Le fibre della dieta sono componenti vegetali costituiti essenzialmente da carboidrati in diverse forme; nell'organismo i carboidrati adempiono a diverse funzioni.

 

GRASSI - I grassi contenuti nel cibo, noti come lipidi, fanno parte di un gruppo di diversi composti che possono essere suddivisi in lipidi semplici (trigliceridi), lipidi complessi e in derivati dei lipidi.
Tra i nutrienti, i lipidi sono la fonte energetica più concentrata, fornendo acidi grassi essenziali e permettendo l'assorbimento delle vitamine liposolubili.
Oltre a fornire energia, svolgono parecchie attività metaboliche e strutturali. Circondano e isolano le fibre nervose, aiutando la trasmissione dell'impulso nervoso; fosfolipidi e glicolipidi sono componenti delle membrane e partecipano al trasporto dei grassi nel flusso del sangue. Il colesterolo è utilizzato per la formazione dei sali biliari indispensabili per la completa digestione ed assorbimento dei lipidi. Insieme ad altri lipidi, il colesterolo forma uno strato protettivo nella pelle che previene l'eccessiva disidratazione e la penetrazione di sostanze estranee.

 

VITAMINE - Le vitamine sono molecole organiche necessarie in minima quantità, che agiscono come enzimi essenziali in molti processi metabolici dell'organismo. Svolgono molte importanti funzioni fisiologiche nell'organismo per l'integrità e la crescita delle cellule dei tessuti ed ematiche, e per il la produzione di energia nelle cellule.
tranne poche eccezioni, le vitamine non vengono sintetizzate dall'organismo e devono essere fornite mediante il cibo. Le vitamine sono divise in due gruppi: liposolubili e idrosolubili. Il primo comprende le vitamine A, D, E e K; il secondo i componenti il complesso vitaminico B e la vitamina C. Nei gatti, quest'ultima può essere sintetizzata, a differenza dell'uomo che deve riceverla dagli alimenti.
In pratica è poco probabile che gli animali domestici possano incappare in una privazione di vitamine per il tempo sufficiente da giungere a delle vere e proprie carenze, tuttavia, possono verificarsi delle situazioni di sub-carenza (in particolare per alcune vitamine quali la B1 e la B6 che sono chimicamente fragili e facilmente degradabili).
Queste carenze, se non immediatamente corrette, condurranno senz'altro all'esaurimento delle scarse riserve presenti nell'organismo, con conseguenti lesioni di carattere biochimico, inevitabilmente seguite da lesioni di tipo clinico.
Tali subcarenze, se associate a condizioni di aumentato fabbisogno (malattie, deficit immunitari, ritardi della crescita, stress, ecc.), saranno difficilmente trattabili con una semplice integrazione alimentare, ma si renderà probabilmente necessario l'intervento di un apporto farmacologico.

 

MINERALI - I minerali sono elementi inorganici indispensabili. Tali sostanze costituiscono soltanto il 4% circa del peso corporeo ma, come per le vitamine, la loro presenza è essenziale per la vita. I minerali si dividono in due gruppi: macro e microelementi.
I macroelementi rappresentano la quota più considerevole del contenuto di minerali dell'organismo. Tra essi abbiamo il calcio, il fosforo, il magnesio, lo zolfo e gli elettroliti sodio, potassio e cloruro.
I microelementi, comprendono un cospicuo numero di minerali presenti nell'organismo in bassa concentrazione. Pur essendo la richiesta alimentare di questi minerali assai ridotta, essi svolgono numerose funzioni nell'organismo, come ad esempio il fornire supporto allo scheletro, contribuire alla trasmissione nervosa ed alla contrazione muscolare, ed intervenire nel bilancio idrico ed elettrolitico.

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

L'alimentazione casalinga, in particolare nel gatto, può risultare sbilanciata nella composizione come conseguenza di pratiche alimentari scorrette come nel caso di un'alimentazione esclusivamente a base di carne e/o pesce.
Per il gatto esistono molti alimenti preconfezionati di tipo secco o umido studiati allo scopo di fornire un alimento completo e ben bilanciato adatto per i vari periodi della vita (crescita, mantenimento, allattamento e senescenza).
Essi contengono tutti i nutrienti essenziali in concentrazioni tali da soddisfare il fabbisogno nutrizionale del gatto.
Attenzione, però: anche quando si alimenta il gatto con cibo in scatola, bisogna offrirgli pasti completi e bilanciati che contengano più di un ingrediente fondamentale.
Alimentare un gatto esclusivamente con un cibo di questo tipo, può portare l'animale al rifiuto per ogni altro tipo di alimento e ogni altro sapore, inoltre, questi cibi raffinati non sempre sono completi dal punto di vista nutritivo motivo per cui potrebbero causare uno squilibrio nutrizionale.
Visto quanto sopra è bene porre sempre molta attenzione a quale cibo preconfezionato affidarsi: sul mercato esistono produttori molto seri e di qualità, e puntare al risparmio per quanto riguarda l'alimentazione del proprio gatto,
in genere non si rivela una scelta saggia.


L’ALIMENTAZIONE DEL GATTO NEI DIVERSI MOMENTI DELLA SUA VITA

Il fabbisogno nutrizionale del gatto è stato già da tempo accuratamente studiato ed uno dei fattori messi in evidenza da tali ricerche, è la necessità di mutare la sua dieta nelle diverse fasi della sua vita e dei vari momenti fisiologici dell'esistenza dell'animale.

 

GRAVIDANZA ED ALLATTAMENTO:

Assicurare ai neonati un'esistenza nelle migliori condizioni possibili significa curare l'alimentazione delle gatte durante la gravidanza e l'allattamento.
Dopo un accoppiamento dall'esito favorevole, nelle gatte l'assunzione di cibo inizia quasi immediatamente ad aumentare.
Allo stesso modo, i cambiamenti di peso sono costanti e graduali quasi a partire dal primo giorno di gravidanza e naturalmente tali aumenti di peso varieranno in funzione delle dimensioni della cucciolata.
Quest'incremento va ovviamente sostenuto ed una soluzione ampiamente adottata è l'offerta di cibo a richiesta e senza restrizioni.
La gatta si autoregolerà ingerendo così la quantità di energia necessaria. La quantità di cibo richiesta dovrebbe essere tra il 25 ed il 50% in più rispetto a quella messa normalmente a disposizione.
Le femmine gravide sono più sensibili a qualsiasi carenza od eccesso della nutrizione e devono quindi essere alimentate in maniera ben bilanciata.
Il conseguente allattamento, rappresenta il momento in cui la correttezza dell'alimentazione viene maggiormente messa alla prova, e questo dal momento che la gatta deve poter disporre sia del nutrimento necessario a se stessa, ma anche di quello per i gattini in rapida crescita.
Normalmente, alla nascita un gattino pesa tra gli 85 ed i 125 grammi ed una cucciolata può variare tra 1 ed 8 soggetti.
Nel primo mese di vita i gattini si crescono molto velocemente, dipendendo completamente dal latte materno, perciò il fabbisogno energetico/nutrizionale della gatta durante l'allattamento, è ben più grande di quello durante la gravidanza.
Anche se dopo il mese i cuccioli cominceranno ad ingerire alimenti solidi, il fabbisogno energetico della madre continua a rimanere alto fino al termine dello svezzamento (7-8 settimane).
Infatti, anche se in misura minore, nell'ultima fase dell'allattamento, i gattini assumono ancora il latte materno mentre la gatta deve ricostituire le proprie riserve organiche.
Al momento del parto, la femmina perde circa il 40% del proprio peso e durante i due mesi di allattamento, manifesterà un graduale calo di peso fino a tornare ai valori precedenti alla gravidanza.
Il fabbisogno della gatta in allattamento è decisamente superiore a quello di mantenimento, per questo le si dovranno offrire alimenti molto appetibili con elevato tenore energetico. Dovrà poter effettuare pasti ridotti ma frequenti per poter garantire la quantità di cibo richiesta.
Anche l'acqua fresca dovrà essere sempre lasciata a disposizione in abbondanza, dato che durante la lattazione il suo metabolismo ne richiederà parecchia.

 

ACCRESCIMENTO:

Fatte le dovute proporzioni relative al peso, i fabbisogni energetici e nutrizionali dei gatti in crescita sono superiori a quelli degli adulti; questi gatti necessiteranno quindi di una dieta molto ricca che sostenga la loro rapida crescita ed il grande dispendio di energie proprio della loro età.
Nelle prime 2-3 settimane di vita, i cuccioli dipendono del tutto dal latte della mamma e non abbisogneranno di alcun tipo di integrazione.
In questo primo periodo un tasso di crescita di circa 100 grammi alla settimana è la norma.
Se l'apporto del latte materno è inadeguato, si può ricorrere a prodotti artificiali sostitutivi del latte, da somministrare giorno e notte ad intervalli frequenti. Attenzione: non sarà possibile usare il latte di mucca o di capra in sostituzione di quello felino.
Dalla terza-quarta settimana i gattini si interesseranno sempre di più al cibo solido. Per incoraggiare tale interesse, può rivelarsi utile offrire loro un alimento umido finemente tritato od un prodotto secco inzuppato in acqua o latte.
Si potrà utilizzare lo stesso cibo della madre, oppure (meglio) un prodotto specifico per gattini.
A questo punto ha inizio lo svezzamento che proseguirà con l'assunzione di quantità sempre più consistenti di cibo solido ed avrà termine dopo 7-8 settimane.
Una volta svezzati, non vi sarà più ragione di offrire ai gattini del latte. Anzi, man mano che l'apparato digerente si sviluppa, la capacità del gatto di digerire il lattosio diminuisce fino a trasformarsi, in alcuni casi, in intolleranza.
Considerata la piccolezza dello stomaco dei cuccioli, è buona norma non solo utilizzare alimenti ad elevata qualità energetica, ma anche effettuare somministrazioni frequenti. Idealmente, inoltre, i giovani felini andranno alimentati a piacere (loro), data l'improbabilità di sovralimentazione.
A svezzamento avvenuto, questi gattini dovranno pesare tra i 600 ed i 1000 grammi.
In questo stadio, risulta già evidente la differenza di peso tra maschio e femmina, una tendenza questa, che verrà mantenuta per il resto della vita.
Non solo gli alimenti per cuccioli dovranno avere una concentrazione energetica superiore rispetto a quella per gli adulti, ma anche un tenore più alto di principi nutritivi. Difatti, il fabbisogno energetico nei gattini in crescita, è superiore a quello degli adulti nella misura di circa il 10%.
Detto questo, è bene però sapere che anche gli eccessi non sono buona cosa, infatti, i livelli di calcio e fosforo devono essere mantenuti entro i limiti stabiliti, visto che qualsiasi eccesso o carenza potrebbe portare a malformazioni ossee. E così anche per il calcio, che se aggiunto arbitrariamente a diete già bilanciate, può essere causa di numerosi problemi, esattamente come nel caso di una dieta mal formulata.
Il ruolo della taurina nella riproduzione e nella crescita di questi animali è ben documentato ed è già stato trattato in precedenza, comunque è bene ribadire che tutti gli alimenti per cuccioli in crescita devono contenere questo aminoacido in quantità adeguate.

 

VECCHIAIA:

Il fine di una corretta alimentazione nei gatti anziani è quello di aumentarne l'aspettativa di vita e mantenerne il più possibile la qualità.
Poche sono le alterazioni evidenti nell'aspetto e nel comportamento dei gatti che raggiungono la "terza età", ma sicuramente nei felini si verificano le stesse modificazioni fisiche che accompagnano l'uomo nel suo ultimo terzo di vita.
Oggetto di discussione è il momento in cui il gatto debba cominciare ad essere considerato anziano.
I gatti con più di 6 anni di età sono ritenuti come possibili candidati alle malattie associate all'invecchiamento e si concorda nel reputare che quando il gatto giunge ad un'età di 6-7 anni, si ha un generale rallentamento del metabolismo ed una propensione ad accumulare grasso in eccesso e quindi ad aumentare di peso.
E' quindi importante mantenere un peso corporeo ottimale evitando l'obesità, che predispone gli animali ad una vasta gamma di malattie.
Il tartaro dentale e le periodontopatie sono tra i più comuni problemi clinici nel gatto anziano, queste malattie sfociano spesso nella caduta dei denti e possono essere evitate mantenendo durante tutta la vita dell'animale una corretta igiene orale. Comunque può rivelarsi utile offrire degli alimenti secchi, che operano sul dente una azione abrasiva naturale.
Se invece i denti sono già compromessi, può essere necessario sminuzzare gli alimenti od umidificarli ulteriormente.
E' importantissimo lasciare a disposizione del gatto anziano dell'acqua fresca e pulita, in quanto esso ha maggiori problemi di controllo della temperatura ed una minore sensibilità allo stimolo della sete.
Limitate sono le informazioni relative alle modificazioni a carico dell'apparato digerente; in ogni caso è bene alimentare questi animali con prodotti altamente digeribili.
Un evento patologico piuttosto comune tra gli animali di questa fascia di età (ma che non è ancora ben chiaro), è l'insufficienza renale cronica.
Si ipotizza che sia principalmente dovuta all'assunzione attraverso la dieta di troppo elevate quantità di proteine.
Comunque sia, è prudente offrire a questi animali un alimentazione con un minore livello di proteine, ma di alto valore biologico.

 

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